Ascia, spada e catena è il modo in cui visivamente andremo a illustrare alcune strategie da combattimento a mani nude nelle varie discipline marziali.
Gli oggetti in sè evocano già una prima immagine mentale, l’ascia fende e spacca, la spada taglia e penetra e la catena lega e blocca. Possiamo dire che in linea di massima la sintesi sia abbastanza corretta.
Gli studiosi di armi antiche e medioevali conoscono molto bene non solo il loro utilizzo, ma anche la strategia sottostante ad esse.
Se prendiamo ad esempio i popoli nord Europei, Vichinghi, Franchi, Sassoni, scopriremo che l’ascia da battaglia era l’arma da loro maggiormente adottata . Al contrario i paesi mediterranei dalla Grecia all’impero Romano, hanno preferito la spada in tutte le sue grandezze e forme. In Occidente la catena è stata introdotta nel tardo medioevo per collegare alcuni sezioni di arma come il mazzafrusto, mentre in Oriente era studiata come arma a sè stante.
Non ci interessa fare una disamina storica, quello che vogliamo fare è capire come queste armi possano essere utili allo studio delle tecniche disarmate. Per farlo bisognerà comprendere la strategia e la tattica adottata in quei tempi.
Ascia
Per comodità esplicativa stiamo parlando di un’ascia a due mani o comunque pesante, la cosiddetta ascia da guerra tipo questa
Come si può ben immaginare, la sua grandezza impediva l’uso dello scudo, essendo necessario brandirla con due mani. La peculiarità di un’arma simile era di essere contemporaneamente un’arma da taglio e da botta. Questo ne decretò la sua costante evoluzione e utilizzo anche quando vennero introdotte le armature più pesanti come quella in foto o per meglio dire armatura e armi si adattarono le une alle altre.
Usare un’ascia non era una cosa semplice, il peso sbilanciato sulla punta, la mancanza di uno scudo in grado di proteggere chi la brandiva, richiedevano grande mobilità e forza.
Il segreto della sua straordinaria efficacia risiedeva essenzialmente in questo:
Ogni colpo portato sull’avversario, per quanto protetto lo sbilanciava e lo annichiliva psicologicamente.
Immaginate di essere costantemente incapaci di avanzare, di sottostare ad una serie di colpi portentosi che vi scuotono, slogano il braccio che tiene lo scudo che scricchiola e sembra cedere ad ogni colpo, aggiungete la gravità delle potenziali ferite da smembramento che un’ascia potrebbe produrre ed ecco che vi troverete inermi ad attendere il colpo di grazia sopraffatti dalla disperazione.
Essendo un’arma a due mani e molto pesante, il segreto era muoversi costantemente evitando di essere accerchiati o colpiti e avendo come unica scelta l’attaccare con forza e senza tregua.
Applicando questo concetto a mani nude, possiamo definire di strategia ascia tutte quelle tecniche e sistemi di combattimento il cui motto è la miglior difesa è l’attacco.
Ogni parte del corpo avversario che avanza è un bersaglio, non ci si limita a parare o schivare, l’idea di fondo è quella di tagliare e spezzare qualunque parte avversaria abbiamo alla nostra portata..
Come si può immaginare è di estrema importanza tanto la velocità di martellamento che la potenza dei colpi. Tipicamente di tipo ascia sono le tecniche di muay Thai, dove i calci, le gomitate e le ginocchiate si susseguono a ritmo incessante impedendo all’avversario di approntare una valida difesa.
Il bilanciamento del corpo è spesso poggiato sulla gamba avanzata, l’intero corpo viene usato per scaricare il suo peso nella tecnica usata.
L’allenamento per le tecniche appartenenti a questa categoria sarà principalmente indirizzato a sviluppare forza e stabilità e si lavorerà moltissimo sul core del corpo, braccia e gambe.
Spada
Contrariamente all’ascia, la spada, escludendo da questo gli spadoni a due mani e i cortissimi xiphos e gladio che hanno dinamiche diverse, permetteva anche l’uso di uno scudo. La spada in termini di tecnica è un’arma complicata. Non si contano le scuole di spada che fiorirono nei secoli in tutto il mondo, nè le fogge e le forme che quest’arma ha conosciuto, dalla sciabola alla katana, dalla scimitarra alla jian. La forma base del combattimento con la spada prevede parata e contrattacco, ma quando si raggiunge un buon livello la parata viene sostituita da un movimento di ampiezza minima che devia l’arma avversaria e cerca il varco verso il bersaglio. Di importanza cruciale nelle tecniche di spada è la perfetta capacità di valutare la distanza e una mobilità eccezionale. Bastano pochi millimetri e ci si trova feriti. Per questo motivo gli scudi pesanti che impedivano la necessaria agilità furono sostituiti da scudi sempre più leggeri fino alla loro scomparsa, complici anche armature più evolute e maglie di ferro saldate. Nelle epoche più recenti le spade furono spesso sostituite da armi del tipo fioretto o spezzacorazze, che a differenza della spada tipica non erano affilate specializzandosi sui danni da perforazione.
Le tecniche e gli stili spada a mani nude sono quelli che lavorano sulla distanza con affondi veloci e deviazioni dell’attacco avversario minime alla ricerca di un varco. Sicuramente vi si possono annoverare stili del tipo wing chun, silat, boxe, kempo e la maggior parte degli stili il cui core è lo striking.
L’efficacia delle tecniche dipende moltissimo dalla gestione delle distanze, e dalla rapidità di aggiustamento delle stesse. La spada come arma era imprevedibile in mani di un esperto, riuscendo ad infilarsi in ogni pertugio della guardia.
L’allenamento sarà focalizzato soprattutto nel footwork, il peso del corpo sulla gamba posteriore mentre l’avanzata aprirà e chiuderà le distanze velocemente come si può vedere nelle sessioni di scherma olimpionica. l’allenamento occhio mano è assolutamente imprescindibile.
La Catena
La catena come abbiamo già detto, la troviamo essenzialmente in alcune discipline orientali. In occidente fu fondamentalmente usata come mezzo di raccordo tra un peso e un’asta come nel famigerato mazzafrusto. A volte sostituita dalle cosiddette flexible weapons, le armi flessibili di cui fa parte il sarong, le fruste, o il panyo delle arti marziali filippine.
La peculiarità della catena è che può colpire tanto a distanza quanto nel corpo a corpo serrato, dove viene utilizzata per legare e controllare arti, proiettare o strangolare. La sua pericolosità deriva dal fatto che se usata per colpire, anche parando con un braccio o altro, la sua struttura flessibile oltrepasserà l’ostacolo andando a bersaglio. Lo svantaggio, nel caso in cui si mancasse il bersaglio,consiste nel fatto che se non si sa come fermarne la traiettoria si finirà per colpire sè stessi.
Il parallelo della catena a mani nude saranno perciò tutte le tecniche e stili che si sono specializzate nella lotta e nel controllo, tipicamente il chinna, gli stili interni di kung fu,lo judo jujitsu, lotta greco romana e simili.
Avvolgi, stringi, controlla e spezza, questa è la filosofia delle arti del tipo catena.
Una forma di utilizzo avanzata prevede il passare da una parte anatomica all’altra scorrendo come l’acqua sul corpo avversario e utilizzando la sua resistenza per passare ad una posizione più efficace.
Negli stili catena la forza fisica è meno rilevante mentre diventa di fondamentale importanza il “sentire”, la capacità cioè di percepire il corpo avversario e di sfruttarne ogni debolezza, sia essa di squilibrio, di eccesso di forza o di posizione.
In questi stili si lavorerà moltissimo sulla propriocezione, la stabilità e la perfetta conoscenza anatomica.
Sebbene sia possibile passare facilmente da una tecnica appartenente a queste tipologie ad un’altra, bisogna tenere presente che si comportano spesso come nel gioco carta forbice sasso.
Se ad esempio sto utilizzando un metodo spada, tentare di applicare una tecnica catena con la distanza sulla quale sto combattendo diventa estremamente difficile. Le leve da quella distanza saranno praticamente impossibili, così come le proiezioni. Allo stesso modo, se fossi in modalità ascia, alla corta distanza della catena andrei a perdere efficacia e a distanza spada sarei prevedibile.
Riconoscere a quale tipologia appartiene la nostra tecnica e soprattutto quella avversaria ci consente di elaborare velocemente una strategia efficace per controbilanciare il combattimento.
Finisco dicendo che questo parallelo è relativo, nulla è davvero statico o definibile in un combattimento, ma anche la strategia ha un suo ruolo e in fondo ci si può riflettere sopra e applicare quella giusta a secondo di distanza e contesto.