Imparare a cadere serve anche nella vita quotidiana

Imparare a cadere dovrebbe essere la prima cosa da fare varcata una palestra di arti marziali, qualunque essa sia.  Se poi consideriamo che cadere è una cosa che può succedere ovunque, magari mentre usciamo per una passeggiata, perchè ci strattona il cane, perchè ci scippano, cadiamo dallo scooter o semplicemente perchè inciampiamo, allora abbiamo tutte le ragioni per farlo subito.
A titolo di curiosità, la caduta è la causa di morte e lesioni gravi più frequente al mondo.
Diverse arti marziali studiano le cadute, judo, jujitsu, aikido solo per citarne alcune. Altre non lo fanno, non è previsto.  Reputo però che sia un errore a cui rimediare al più presto, soprattutto se ci si allena su un terreno o materiale duro.  A parte l’impatto, considerate sempre la posizione in cui un corpo cade, basta un braccio al posto sbagliato o la caduta sulla testa e abbiamo una frattura o un morto. Vi ho spaventati abbastanza? Spero di si. La sicurezza prima di tutto. Avete le assicurazioni, vero, ma l’integrità dello studente sta al primo posto.

Cadute e difesa personale

Imparare a cadere nei corsi di difesa personale è fondamentale. La prima ragione è per la vostra integrità durante le lezioni, ma nel caso di aggressione reale avrete una ragione in più per farlo:
se saprete cadere non vi farete male e potrete continuare a difendervi. Se non lo sapete fare la caduta potrebbe impedirvi di proseguire anche solo  perchè sarete senza fiato per l’impatto nella migliore delle ipotesi.
Qua sfatiamo un mito. Le discipline di tipo one shot one kill, quelle cioè che vi fanno credere che con un solo colpo potrete mettere ko una persona sono balle. Si, è possibile, per un colpo di fortuna o perchè l’avversario è fisicamente debilitato. Oppure siete dei professionisti che si allenano 8 ore al giorno da anni, il che farebbe di voi delle macchine da guerra.
La verità è che il 90% delle colluttazioni finiscono a terra e sapersi muovere sul terreno è un’abilità indispensabile. Quindi, studio delle cadute e studio della lotta a terra, sempre.

Cosa serve per imparare a cadere

Le palestre attrezzate per lo studio delle cadute usano generalmente le materassine Giapponesi chiamate Tatami. Inizialmente erano costituite da fibre di paglia di riso intrecciate, ma oggi sono in materiali polimerici ad alto assorbimento. Generalmente hanno uno spessore che varia dai 2 a 6 cm, quelli da 4 cm sono ideali. Il prezzo varia dai 15 ai 50 euro al mq.
Ultimamente va di moda insegnare difesa personale con una tenuta da combattimento tipo militare, sui tappeti si va a piedi nudi, anche per lavorare meglio sull’equilibrio.
Vediamo nel dettaglio i vari tipi di caduta.

 

 



CADUTA FRONTALE 

Caduta frontale
Caduta frontale

La sequenza nell’immagine mostra una caduta eseguita dalla posizione eretta. In palestra, specialmente se si lavora con bambini o persone di età più avanzata, è buona regola partire dalla posizione in ginocchio in modo da dare il tempo all’allievo a comprendere come usare le braccia.
Come vedete, le mani si posizionano  di fronte a noi con i palmi all’altezza tra le spalle e il viso leggermente distanziate. L’impatto col suolo avviene con l’intero avambraccio (entrambi). In questo modo le spalle faranno da molla impedendoci di sbattere la faccia.

ERRORI COMUNI

1) braccia troppo aperte…. sbatteremo il naso a terra.
2) braccia troppo rilassate, idem come sopra
3) braccia troppo alte, sbatteremo con il corpo a terra e rimarremo senza fiato, la tipica panzata.
4) braccia troppo alte non sosterranno il corpo e la faccia sbatterà sul pavimento in scivolata.


CADUTA LATERALE

 

caduta-laterale
caduta-laterale

 

Si tratta di una caduta sul fianco. Anche qui si parte da posizione eretta, ma a differenza di quella frontale la caduta risulta a mio parere più controllabile.
Si inizia abbassandosi su un ginocchio mentre si fa scorrere diagonalmente in avanti l’altra gamba. Il braccio corrispondente alla gamba che si muove viene tenuto in avanti. Nel momento in cui si perde l’equilibrio ci si lascia andare sul fianco. Al momento dell’impatto si sollevano le gambe leggermente raccolte, contemporaneamente il braccio nella sua interezza batte forte il suolo. Questo spezzerà l’onda d’urto e renderà la caduta non traumatica. Il braccio starà circa tra i 25 e i 35 gradi dal corpo.

ERRORI COMUNI
1)  Braccio troppo distaccato, si colpirà il suolo con le costole, senza fiato
2) Braccio troppo vicino, non smorzerà l’impatto e se finisce sotto al corpo ci si fa male
3) Gambe poco raccolte, la caduta sarà pesante e mal distribuita.
4) gambe lanciate troppo in alto, la caduta sarà sbilenca e si batte la testa


CADUTA ALL’ INDIETRO

caduta all'indietro
caduta all’indietro

 

Si parte dalla posizione eretta, ma anche qui è sempre meglio partire da una posizione semi accovacciata, Immaginate di sedervi nel vuoto. Le braccia tese di fronte a voi, la schiena curva e la testa leggermente incassata. Al momento dell’impatto che avverrà quasi rotolando le braccia battono il suolo contemporaneamente. Anche qui distanti dal corpo circa 25-35 gradi. Le gambe si sollevano leggermente.

ERRORI COMUNI

1) Testa ciondolante, sbatte al suolo, pericolosissimo.
2) gambe troppo lanciate in alto, idem come sopra.
3) gambe diritte, il corpo non si curva abbastanza, impatto duro, si perde il fiato
4) Braccia troppo larghe, impatto duro, non dissipano energia cinetica

 


CADUTA ROTOLATA

 

caduta rotolata
caduta rotolata

 

Questa è la caduta più difficile di tutte, anche se la più spettacolare e e quella che nella mia vita mi ha salvato più volte dal farmi molto molto male, compreso un volo dalla moto.
Le immagini fanno partire la serie dalla posizione eretta, ma la posizione del principiante è la seconda da sinistra. Una gamba avanti, la mano opposta appoggiata al suolo. Come vedete, la mano destra, quella che in questa serie è corrispondente alla gamba avanzata ha la forma di un arco. Il suolo viene sfiorato dal mignolo (questo è il motivo per cui il braccio assume quella forma col gomito in alto).
A questo punto ci si lancia in avanti rotolando sul braccio. La testa va tenuta leggermente poggiata sulla spalla. La rotazione ci porterà a cadere su un fianco come la caduta laterale sopra, ma la forza di rotazione ci riporterà in piedi. Al momento dell’impatto il braccio batterà il suolo come nelle altre cadute.

ERRORI COMUNI

1) Braccio poco arcuato e molle, caduta sulla spalla, rischio lussazione della stessa o della clavicola
2) Testa diritta, caduta mal controllata e rischio lesione vertebrale
3) poco slancio, braccio collassa sotto peso del corpo
4) caduta su tutto l’arco della schiena, la caduta non è corretta
5) Il braccio che batte non è nella posizione corretta, oltre a non alzarsi si avranno i problemi delle cadute di cui sopra


Per qualunque domanda o dubbio scriveteci, il nostro ultimo consiglio è di non provarle da soli.

Se siete insegnanti e la vostra disciplina non prevede tale studio ma volete inserirlo nel vostro piano didattico contattateci e provvederemo a formarvi in un giorno.