Parare e coprirsi

Parare e coprirsi sono due gesti istintivi. Pensate ad un bambino il cui genitore minaccia uno schiaffo, immediatamente le sue mani si alzano a coprire il viso.
Le arti marziali, ciascuna a modo suo, hanno elaborato questo gesto spontaneo rendendolo adatto allo stile di combattimento che adottano.
Consideriamo che possiamo parare in modi diversi, con mani, tibie, spalle, addirittura testa ponendo in avanti la parte più dura del cranio contro un pugno.
C’è un tipico errore in chi inizia a praticare arti marziali, la tendenza a pensare di poter parare praticamente tutto e di poter stare in guardia statica senza farsi colpire.
La parata è un movimento che nelle arti più evolute è anche un attacco o è simultaneo ad esso. In altre si studia in due o più tempi, parata contrattacco, ma solo nelle forme o nel combattimento concordato. Più si progredisce più i due tempi diventeranno uno solo.
Per studiarne meglio le dinamiche, in questo articolo ci occuperemo dei blocchi e coperture con gli arti superiori, tralasciando le altre che sono troppo specifiche e legate a discipline la cui dinamica prevede spostamenti e studi angolari ben precisi.
Immaginiamo di non aver mai praticato nulla e partiamo dal gesto istintivo. Nelle immagini che seguono vediamo alcuni modi non appresi che utilizziamo automaticamente fin da piccoli.
coprirsi istintivamenteparataCoprirsi

 

Questi gesti fanno parte del sistema rettiliano, non richiedono elaborazione, sono la prima forma di difesa insita nella nostra specie.
Si tratta di una reazione tanto intelligente quanto stupida.
Osservate bene, cosa notate?
Esatto, in tutte le foto le mani o le braccia coprono gli occhi.
Il motivo intelligente è che in caso di aggressione  o da scontro contro un oggetto, copriamo gli occhi in modo tale da continuare a vedere e se possibile fuggire sapendo dove andare. Da ciechi è ovviamente molto complicato.
La parte stupida è che in questo modo non potremo vedere da dove arriva il pericolo e continueremo ad essere colpiti senza sapere da dove.
Purtroppo in questi casi comanda la paura e quella parte eternamente bambina che ci porta a coprire gli occhi, nasconderci sotto le coperte o rannicchiarci in un angolo quando percepiamo un pericolo vero o immaginario.
Anche gli adulti continuano a farlo in talune situazioni, è irrazionale, crescendo assume forme meno teatrali, ma rimane un meccanismo presente.
Lo studio delle arti marziali costringe l’individuo a modificare tale istinto. Come ho già detto in varie occasioni, il cervello rettiliano è stupido, non si adatta facilmente, ma può apprendere piccole modifiche a gesti istintivi atavici.
Ora vi mostro un’altra serie di foto.
parata adultoparata adulto 2Keysi

Sono le stesse posizioni della prima serie di foto ma evolute e inserite in un contesto marziale. Qualunque cosa pratichiate, se analizzate le parate e le coperture presenti nel vostro stile noterete che sono molto simili.
Quando ci troviamo di fronte a stili che propongono parate e coperture molto elaborate sappiate che sono un buon esercizio, ma in un combattimento reale non funzioneranno quasi mai.
Un’altra cosa importante è che debbono durare giusto il tempo di evitare un danno, non sono una guardia, non vi faranno uscire indenni da uno scontro. Servono solo ad evitare il peggio.
Nel mio post precedente ho parlato di chiusura a conchiglia. La terza foto della serie adulti ne è un esempio.
Anatomicamente le braccia sono come una coperta corta. Se copri la testa scopri la parte bassa del corpo e viceversa. La chiusura a conchiglia ha il semplice vantaggio che tenendo il corpo leggermente piegato in avanti si mettono in tensione gli addominali permettendoci di assorbire meglio un eventuale colpo. Questo se si hanno addominali decenti, altrimenti ciccia (in tutti i sensi).
L’allenamento al blocco o copertura deve andare di pari passo con quello alle parate, che sono cose diverse. Il blocco è un sistema di emergenza, la cosa più rapida che possiamo fare in termini di difesa. Passa infatti come abbiamo detto per il cervello rettiliano, quindi non richiede un processo cognitivo, al contrario della parata che fa parte di un complesso strategico. Ciò non toglie che partendo da un blocco non si possa costruire una strategia, ma sarebbe meglio tenere le due cose separate e allenarle distintamente.
La parata, seppure in taluni casi possa essere sostituita da un blocco, avendo anche la stessa funzione protettiva, serve per entrare alla giusta distanza o per sbilanciare il corpo avversario oppure ancora per scoprire il bersaglio spazzando una guardia e permettendo il contrattacco.
L’ultima considerazione riguarda i tempi di reazione. Il blocco è istintivo, perciò si basa sulla velocità dei riflessi. Allenarlo separatamente ci aiuta a migliorarli.
Ricordiamo però che i riflessi, per quanto si possano allenare, non saranno mai migliorabili oltre un circa 20% rispetto a quanto la natura ci ha donato.
Ultima considerazione, un blocco o una parata non significano necessariamente che non subiremo qualche danno ma soltanto che, se andati a buon fine, lo ridurremo di molto e potremo continuare a combattere e difenderci senza lesioni incapacitanti.
Buon lavoro a tutti.

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