Teoria e pratica nelle arti marziali e nella vita

Teoria e pratica sono due facce imprescindibili della stessa medaglia di qualunque campo della vita umana si parli.
Questo articolo nasce da una serie di opinioni contrapposte nate in alcune discussioni sui social media.
Mettiamo un punto fermo fin da subito: La teoria da sola è puro esercizio filosofico.
Vi racconto un episodio della mia vita.
Dopo essermi laureato in giurisprudenza decisi di fare pratica presso uno studio legale. Il primo compito che mi venne assegnato fu la redazione di un decreto ingiuntivo. In teoria lo conoscevo, avevo studiato quello che avrebbe dovuto contenere in un esame specifico di diritto processuale civile. In verità davanti a quel foglio non avevo nessuna idea di cosa fare. Non sapevo l’ordine, come intestarlo, come calcolare la mora, quale dicitura dovesse avere e così via. Presi dunque un decreto ingiuntivo già compilato su internet e provai a replicarlo. Qualcosa andava bene, ma la maggior parte non era corretto. Imparai a farlo grazie all’insegnamento del mio dominus e per diverso tempo mi dedicai a fare quelli. Dopo averne fatti un centinaio finalmente mi veniva naturale a prova di errore.
Mi chiedevo a cosa fosse servito studiare giurisprudenza per 4 anni se poi all’atto pratico non si è capaci di fare la cosa più elementare per un legale?
La risposta la ottenni qualche tempo dopo. Parlavo di questo con un avvocato molto anziano che mi disse queste testuali parole:
” Tutto quello che hai studiato, a distanza di anni, è ancora valido?”
Risposi che molto era cambiato e quindi no, le leggi cambiano continuamente e a parte l’ossatura del diritto la maggior parte di quegli articoli che erano in vigore ai tempi dell’università erano ormai abrogati o modificati.
Sorrise e mi disse:
” Lo studio universitario non serve per accumulare nozioni, ma per sapere dove cercare quello che ti serve quando ti serve. Saprai se una legge è quella di riferimento conoscendo la gerarchia delle fonti, saprai se una più restrittiva è applicabile rispetto ad un’altra più generale, troverai la soluzione adeguata alla situazione in base alla tua capacità di applicare la norma giusta al caso in questione.”

Ora, se è vero che la teoria da sola non serve, è altrettanto vero che alcuni concetti debbono necessariamente essere acquisiti attraverso la descrizione di un processo.
Se mi spieghi come si nuota io non saprò nuotare se non sono mai stato in acqua. Saprò, grazie alle spiegazioni, come muovermi meglio dopo aver imparato a galleggiare, ma al mio primo contatto con l’acqua semplicemente annasperò.
Tuttavia se mi spieghi che mettendomi semplicemente sul dorso galleggerò e che quindi non dovrò avere paura di affogare, questo mi impedirà di andare in panico e piano piano la mia confidenza con l’acqua sarà maggiore consentendomi di fare tentativi in sicurezza.

Per quanto riguarda le arti marziali, il discorso non cambia.
Se studio le cose in teoria ma non pratico la realtà è che non so nulla di nulla.
Prendo in prestito alcune frasi dal libro del Maestro Flavio Daniele Scienza, tao e arte del combattere
“Il movimento viene prima della cognizione, prima della vita, in quanto costituisce la precondizione perché vita e cognizione possano manifestarsi e dispiegarsi”. […] E ancora ” Le funzioni motorie, considerate quasi sempre inferiori a quelle cognitive e razionali, sono nella realtà dei fatti all’origine della qualità del pensiero astratto e dello stesso linguaggio che dà forma alla mente stessa.”[…] “Quindi contrariamente alla visione della motricitá come atto meccanico al servizio di una mente immateriale, in grado di guidare l’agire del corpo, si sta facendo sempre più strada una visione che vede i movimenti intrattenere un rapporto sottile, quanto fondamentale, con alcuni aspetti della mente quali il linguaggio ed il pensiero”
Il corpo è dunque elemento vivo e imprescindibile, non separato dalla mente e dai suoi processi cognitivi. In assenza di movimento non potremo mai comprendere nè la tecnica nè il movimento stesso.
Ovviamente c’è teoria e teoria. Quella utile e quella inutile.

Teoria

Questa è  teoria inutile per l’applicazione, utilissima per rilassarsi comodamente seduti sul tappeto, ma non aiuta nè sul tatami, nè sul ring nè in strada.

Nessun maestro, insegnante o allenatore di arti marziali, sport da combattimento o difesa personale può tuttavia escludere la teoria dai suoi corsi. Fosse anche solo per massimizzare l’allenamento fisico, mi volete far credere che vi allenate come i neanderthal a chi mena più forte? E a chi si avvicina tardi alla vostra disciplina che fate, riducete semplicemente il numero di ripetizioni? Non cercate esercizi più specifici e adatti alla loro condizione psicofisica?
Se siete agonisti non studiate l’avversario prima di un match importante? Non studiate punti deboli, strategie?
E l’anatomia? E per conoscerla che fate, sezionate il cadavere del primo avversario che incontrate con la sega mentre gli allievi guardano e imparano concretamente passandosi pezzi d’ossa e organi di mano in mano?

Le arti marziali coprono un mondo molto ampio, dai corsi per anziani a quello dei bambini, da quello per persone normodotate a quelli per disabili, da quelli orientati alla salute a quelli più orientati alle abilità di combattimento e ciascun tipo di corso richiede competenze altamente specializzate.
Infine, ultima considerazione, ci sono i maestri guarda e impara e quelli che vogliono trasmettere altro.
Io sono del parere che se conosci la teoria dello squilibrio ad esempio, facendo pratica non ti limiterai alle tecniche che impari sul tatami, ma avrai lo strumento per applicare questa conoscenza anche quando la condizione di partenza non è affatto quella ideale. In pratica avrai lo strumento per improvvisare ed essere efficace in ogni situazione.
Anatomia, fisiologia, scienze motorie, neurologia, psicologia, pedagogia, teoria dell’allenamento, condizionamento, giurisprudenza, primo soccorso, sono alcune materie che  un maestro dovrebbe conoscere: non a livello universitario, ma sufficientemente. Il mondo cambia, richiede sempre più competenze ed è importante trasferire conoscenze non solo pratiche ma anche teoriche, sia per migliorarsi sia per rendere i propri allievi futuri insegnanti.

Buon lavoro a tutti.

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