Tipi di movimenti e apprendimento motorio

Hai mai pensato a quanti tipi di movimenti compi durante il giorno?
Ciascuno di essi ha richiesto una certa modalità di apprendimento. 
Nell’articolo precedente
, (se non lo hai letto fallo, in modo da avere chiaro il punto di partenza) abbiamo accennato al processo di apprendimento motorio. Siamo partiti dal camminare perchè questa è una delle abilità appartenenti alla cosiddetta motricità grossolana. A questo gruppo appartengono azioni come rotolare, stare in piedi sedersi e come regola generale tutti quei movimenti che riguardano grossi gruppi muscolari. Sono tra i primi movimenti che impariamo nell’infanzia, in particolare quello di stare eretti.
La seconda categoria è quella dei cosiddetti movimenti fini o motricità fine. A questo gruppo appartengono movimenti tipo allacciarsi le scarpe, usare la forchetta, colpire un punto preciso e in generale (ma non in assoluto) tutti quei movimenti che richiedono precisione e  una grande coordinazione mano-occhio.
Fatta questa prima distinzione possiamo dire che i movimenti fini sono un’evoluzione dei movimenti grossolani.

GLI STADI DELL’ APPRENDIMENTO
possiamo dividere il processo di apprendimento in tre stadi principali, ciascuno di essi formati da un gran numero di parti variabili.

IL PRIMO STADIO
di apprendimento è lo stadio della coordinazione grezza, detto anche stadio verbale-cognitivo.
Appartiene alla fase cognitiva ed è il momento in cui si prendono le decisioni su come eseguire il movimento. Spesso in questa fase si nota che l’allievo accompagna l’esecuzione con le parole.
Esempio:
“Allora, porto il braccio al fianco con la mano aperta, lo allungo ruotandolo e stringo il pugno al momento dell’impatto”.
In questa fase l’allievo ha molte difficoltà a capire cosa fare, a cosa prestare attenzione, quali effetti produrrà la sua azione, tempi e modi dell’esecuzione. L’allievo deve individuare e spezzare il movimento in fasi, in modo da capire le caratteristiche del movimento stesso.

SUGGERIMENTI DIDATTICI:

– In questo stadio la spiegazione verbale non serve, crea solo confusione.

– Mostrate l’esecuzione del movimento in pratica e fatelo imitare.

– Ricordate che la fonte di informazione dell’allievo in questa fase è principalmente visiva.

– Partite da movimenti semplici su cui innestarne altri più complessi

Evitate l’errore di accompagnare con le vostre mani il corpo dell’allievo durante l’esecuzione.

 

IL SECONDO STADIO
di apprendimento è  quello dell’associazione fine  ed è la fase associativa.
Adesso l’allievo trasforma il movimento precedentemente spezzato in un movimento unico più fluido. Questa è però una fase in cui, sebbene il movimento sia più corretto, gli errori si fanno frequenti. Non solo, ci saranno momenti di regressione e momenti in cui si perde addirittura la capacità di eseguirlo. Questo è dovuto al fatto che il corpo è passato in modalità propriocettiva.
Significa che un sistema interno sta interiorizzando una serie di informazioni provenienti da muscoli, tendini e apparato scheletrico. Diciamo in modo semplice che si comincia a lavorare internamente adattandosi al nuovo compito e scoprendo come reagisce il nostro corpo, quali muscoli attiva, che posizione assumiamo e via di seguito.

SUGGERIMENTI DIDATTICI

– Non correggete troppo, in questa fase il lavoro è tutto interno all’allievo

– Potete usare le spiegazioni verbali, in questo stadio sono importanti per perfezionare quanto errato.

– Usate rinforzi positivi, come abbiamo detto le fasi di esecuzione sono altalenanti.

– Trovate strumenti di allenamento che rendano l’esecuzione verosimile. Ad esempio opponete un po’ di forza ad una leva in modo che l’allievo possa comprendere meglio il senso di ciò che fa e migliorare la sua prestazione.

 

IL TERZO STADIO
è lo stadio autonomo o automatizzato. In quest’ultimo stadio l’allievo è in grado di eseguire il movimento in modo fluido e corretto senza prestarvi più attenzione diretta. Significa che mentre lo esegue può parlare, o fare altro senza problemi. Internamente si ha una rappresentazione precisa e si sbaglia poco o niente. Le informazioni spazio-temporali e di cinetica muscolare-scheletrica sono ben interiorizzate.

SUGGERIMENTI DIDATTICI:

Ormai l’allievo è pronto, finora ha studiato le tecniche in ambiente facilitato. Questo è il momento di creare  situazioni più complesse.

Aumentare la difficoltà introducendo nuove variabili quali più aggressori o ambiente non familiare.

Distrarlo durante l’azione con suoni o spintoni

Creare concatenazioni di tecniche legate tra loro. In questo caso la tecnica successiva farà ripartire gli stadi di apprendimento dall’inizio a meno che le tecniche concatenate non siano in qualche modo simili.

 

Con questo abbiamo terminato il percorso di apprendimento motorio.
Domande, osservazioni o opinioni sono ben accette nei commenti.

 

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